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mercoledì 7 gennaio 2009

news sanità

Roma, 7 gen. (Apcom) -
È partita la sperimentazione clinica mondiale del primo defibrillatore completamente sottocutaneo: è simile a una saponetta, e in futuro diventerà più sottile e flessibile, ma è completamente sottocutaneo. Il catetere con l'elettrodo che dà lo shock salvavita, infatti, resta fuori da cuore e vasi e viene soltanto "appoggiato" sottopelle vicino allo sterno. Il nuovo dispositivo riduce del 90% il pericolo di complicanze in pazienti a rischio di arresto cardiaco, che riguarda 170mila persone in Italia e provoca 60mila decessi ogni anno a fronte di appena 10mila impianti eseguiti. Al termine della fase sperimentale, prevista per la seconda metà del 2009, il nuovo defibrillatore sarà disponibile in tutti i centri ospedalieri italiani.
"Il defibrillatore - spiega Riccardo Cappato, ideatore del dispositivo e Direttore del Centro di Aritmologia del Policlinico San Donato di Milano - ha la stessa funzione e dimensione di quello standard . Questi apparecchi funzionano come "sentinelle": quando il cuore va in tilt, un piccolo generatore situato nel torace fa partire un segnale per l'elettrodo posto nel cuore, costituito da uno o più sottili fili elettrici che danno la scarica giusta per farlo tornare a battere".
Il piccolo dispositivo è stato già impiantato con successo su 14 pazienti in Nuova Zelanda, Italia e Olanda. "Tutti i pazienti hanno ripreso la loro vita normale e stanno bene" - racconta Cappato - siamo molto soddisfatti della prova di efficacia di questa nuova tecnologia che ha prodotto risultati positivi in tutti i casi". In Europa, il primo intervento è stato eseguito il 17 dicembre scorso al Policlinico San Donato di Milano dallo stesso Riccardo Cappato. Più sicuri e definitivi anche gli impianti nei bimbi, fino a oggi costretti con la crescita a sottoporsi a più interventi . In futuro il dispositivo potrà essere impiantato anche in soggetti sani per prevenire la morte cardiaca improvvisa.
Il nuovo defibrillatore sottocutaneo, funziona dando una scossa salvavita come un normale defibrillatore impiantabile, ma il catetere, a differenza di quello tradizionale, si inserisce sottopelle anzichè nel cuore rivoluzionando il trattamento delle aritmie fatali e assicurando una maggior durata e un più corretto funzionamento del dispositivo. Inoltre, il suo inserimento è molto più semplice e veloce: non dovendo entrare nei vasi e nel cuore, bastano 10-15 minuti di intervento anziché i consueti 45-60 minuti. "Le complicanze - sottolinea Cappato - si riducono del 90% per cento. La procedura attuale invece, dovendo "entrare" nel cuore per il posizionamento dell'elettrodo, oltre ad essere più lunga rende più probabili le infezioni intravascolari e cardiache, la perforazione, l'emorragia (fino al 5 per cento dei casi) e il decesso (nell'1 per mille dei pazienti).
Tra i limiti del dispositivo tradizionale c'è anche quello di essere soggetto ad una maggiore usura perché si trova immerso nella tumultuosa corrente del sangue all'interno del cuore, che viaggia a una velocità di 85 metri al secondo. Un limite superato con il defibrillatore sottocutaneo, che non essendo sottoposto agli attuali livelli di usura, riduce del 50 per cento il rischio di infezioni intracardiache e elimina praticamente la necessità di espianto, pur avendo un costo paragonabile a quello degli apparecchi standard (circa 15.000 euro).
Il nuovo apparecchio è indicato per il 50-60 per cento dei pazienti che devono sottoporsi all'impianto di un defibrillatore e soprattutto per i bambini: "Ogni anno in Italia circa 100 piccoli hanno bisogno dell'impianto di un defibrillatore, ma finora i dispositivi erano troppo grandi per loro. Per ora il nuovo defibrillatore non verrà impiegato sulle persone con fattori di rischio aggiuntivi come insufficienza renale, obesità o altre patologie gravi (circa il 10 per cento dei casi)" .
In futuro, l'apparecchio sottocutaneo potrà essere inserito anche in individui sani over 50 per la prevenzione della morte cardiaca improvvisa: l'età superiore ai 55 anni rappresenta infatti il fattore di rischio di gran lunga più potente per la morte improvvisa. "Dopo la fase iniziale di sperimentazione, lo strumento potrà essere impiantato con una procedura ambulatoriale senza necessità di una guida radioscopica e di sala operatoria" , ha spiegato il cardiologo.